Le startup innovative: l’upgrade normativo (Parte I)
Prima di fare il riepilogo dei requisiti oggettivi e soggettivi richiesti dalla legge affinché una startup innovativa venga riconosciuta come tale, vediamo rapidamente quali fattori hanno spinto i governi ad occuparsi della regolamentazione, della promozione e del sostegno delle imprese che fanno business puntando sull’innovazione.
Nell’articolo precedente abbiamo visto come le imprese di questo tipo non siano un fenomeno del tutto moderno.
L’innovazione, le competenze trasversali e i capitali (fattori alla base dello sviluppo di una startup innovativa di oggi) hanno caratterizzato, seppur in modo diverso, anche le botteghe medievali della seconda metà del ‘400 e le grandi aziende innovative del primo ‘900. Queste, però, sono state coinvolte dal cambiamento “fisiologico” globale, che si ripete praticamente da sempre, con una velocità, una portata e un’intensità nettamente inferiori rispetto a quelle del cambiamento che ha travolto le startup innovative “moderne” e ha determinato la crescita dell’intero sistema economico, sociale, politico e culturale moderno e la nascita di una nuova Era: quella del Rinascimento esponenziale.
Per abbracciare con successo questo “cambiamento accelerato”, tutte le imprese capaci di distinguersi dalle altre, non solo per il modello di business adottato ma anche per la capacità di offrire prodotti e servizi più efficienti nella loro fruibilità e nella loro capacità di soddisfare i bisogni meno consequenziali (come rappresentati nella piramide di Maslow) e più interdipendenti ed “esponenziali”, hanno manifestato la necessità e l’urgenza di una regolamentazione ben definita e soprattutto adattata ad un sistema fiscale e burocratico meno gravoso; caratterizzato da una tassazione più favorevole e da un reperimento di capitali più agevolato; e radicato in un contesto con una maggiore connessione tra i luoghi che generano la conoscenza (università) e quelli che potrebbero tradurla in ricchezza attraverso la produzione di beni e servizi (imprese).
Da questa necessità, i principali protagonisti dell'economia digitale (imprenditori, investitori e presidenti di associazioni di settore) hanno presentato una serie di norme ritenute necessarie per favorire la crescita sostenibile, lo sviluppo tecnologico, la nuova imprenditorialità e l’occupazione; nel nostro Paese con il Rapporto Restart, Italia! (2012); negli Stati Uniti con lo Startup Act (2011).
Molte proposte contenute nel Rapporto Restart, Italia! sono entrate nel D.L. 179/2012 (decreto Crescita bis) con il quale, per la prima volta, viene riconosciuta una rilevanza giuridica al fenomeno delle startup innovative e introdotto un sistema di deroghe all’ordinaria disciplina societaria che approfondiremo nel prossimo articolo.
Restate connessi!