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Il piano di incentivazione in equity per Startup e PMI innovative

Introduzione

Essere founder di una startup o una PMI innovativa significa saper sperimentare costantemente per migliorare e validare le proprie idee, sviluppare soluzioni innovative, proponendo approcci nuovi e differenti per risolvere problemi specifici e creare valore tangibile, adottare un modello di business scalabile e replicabile, ottenere risorse finanziarie adeguate tramite strumenti di finanza alternativa (sicuramente più flessibili rispetto a quelli tradizionali) e attrarre persone che condividano la visione aziendale e siano motivati a contribuire attivamente alla crescita dell’azienda.

Creare una visione condivisa è molto probabilmente la sfida più difficile perché non riguarda solo la competenza nella gestione dell’azienda, ma soprattutto la capacità di motivare le persone, costruire una cultura partecipativa solida e stimolare un impegno costante. L’obiettivo è quello di creare un senso di appartenenza, in cui ognuno si senta parte integrante del progetto, contribuisca attivamente alla sua crescita e si veda premiato nel tempo, fino a ottenere quote di partecipazione che rappresentano il frutto del proprio impegno.

Come raggiungere questo obiettivo?

Un mezzo efficace è rappresentato dal piano di incentivazione in equity, uno strumento innovativo di remunerazione che consente di riconoscere valore a persone chiave (i beneficiari del piano) mantenendo il pieno controllo nelle mani dei founder. Si tratta di un approccio molto flessibile che permette di allineare gli interessi del team con quelli della società, promuovendo una cultura aziendale orientata alla crescita condivisa, senza dispersione del controllo decisionale.

Come implementare un piano di incentivazione in equity

L’implementazione di un piano di incentivazione in equity si basa su precise normative che regolano il Work for Equity e la governance delle società a responsabilità limitata. In particolar modo, il Decreto Legge 179/2012, all’articolo 26, disciplina il regime delle startup e PMI innovative, permettendo l’assegnazione di Strumenti Finanziari Partecipativi (SFP) o quote mediante i piani di incentivazione e la possibilità di creare categorie di quote con diritti differenziati. Queste disposizioni si integrano con la normativa fiscale, che offre esenzioni sulle imposte per i compensi ricevuti in equity se strutturati correttamente.

Un piano di incentivazione in equity efficace deve bilanciare l’esigenza di attrarre e trattenere le risorse chiave con la tutela della governance aziendale. A tal fine, è opportuno prevedere nello statuto, non solo la facoltà di attivare piani di incentivazione, specificando le condizioni e le modalità di assegnazione, ma anche l’adozione di quote di categoria B che riconoscono diritti patrimoniali senza conferire potere decisionale.

In questo modo:

  • le quote di categoria A, riservate ai founder, garantiscono il controllo strategico e gestionale dell’azienda;
  • le quote di categoria B, assegnate ai beneficiari del piano di incentivazione, permettono di partecipare alla crescita economica dell’azienda senza incidere sugli assetti decisionali.

È fondamentale quindi seguire una strategia ben definita:

    • modificare lo statuto per introdurre quote di categoria B e la possibilità di adottare piani di incentivazione;
    • redigere un regolamento chiaro, che disciplini criteri di assegnazione, vincoli e condizioni di uscita;
  • definire i beneficiari, che possono essere i dipendenti, i collaboratori, i componenti dell’organo amministrativo, i prestatori di opera e servizi anche professionali;
  • formalizzare le lettere di assegnazione con i beneficiari, per regolamentare diritti e obblighi;
  • prevedere un meccanismo di riacquisto delle quote non assegnate, per garantire la continuità e la protezione della struttura societaria.

Cinque motivi per implementare il piano di incentivazione in equity

  1. Mantenimento del controllo e protezione dell’assetto societario: i founder continuano a esercitare la leadership senza interferenze esterne.
  2. Incentivazione senza impatto sulla liquidità: l’assegnazione di equity valorizza i collaboratori senza necessità di esborsi immediati.
  3. Sviluppo di una cultura aziendale orientata alla sostenibilità: l’inclusione dei collaboratori nel capitale sociale favorisce un maggiore coinvolgimento.
  4. Aumento della scalabilità e replicabilità del modello di business: una governance strutturata e chiara migliora l’attrattività per investitori e partner strategici.
  5. Benefici fiscali: il piano, se strutturato correttamente, offre vantaggi fiscali sia per l’azienda che per i beneficiari.

Conclusione

Un piano di incentivazione in equity rappresenta una leva strategica per garantire la scalabilità e la sostenibilità delle startup e delle PMI innovative. Consente di valorizzare il capitale umano, favorendo un’organizzazione più solida e competitiva senza compromettere la governance aziendale, vantaggi fiscali, attrattività per gli investitori e una gestione equilibrata del capitale sociale nel tempo.

Clicca qui per attivare il tuo piano di incentivazione