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Il controllo di gestione scomposto (III)

Esporremo qui un altro caso di applicazione del controllo di gestione scomposto.

Per esempio, le assicurazioni

I costi per assicurazioni sono di norma rilevati nella voce B7 (Servizi) del bilancio redatto secondo le indicazioni della IV Direttiva CEE.

In azienda il risk management può fare riferimento a un settore specifico dedicato (nelle grandi realtà) o all’Amministrazione (in imprese di dimensioni più contenute) oppure, crediamo però più raramente, al Controllo di gestione.

In ogni caso un report sintetico redatto sistematicamente sul tema e distribuito ai vari responsabili di area può rivelarsi molto utile in ognuna delle realtà a cui abbiamo accennato.

Per esempio potrebbero essere considerati ed esposti in un’apposita tabella, i seguenti elementi economici:

  • ambito della polizza (il “ramo”)

  • nome della compagnia assicurativa

  • numero di polizza

  • dati salienti della copertura

  • data di inizio e di scadenza della polizza

  • importo del premio (in valore assoluto e per competenza temporale)

  • ….

dai quali emergerà il costo annuo o del periodo considerato.

In un paragrafo a parte del report si può dettagliare gli aspetti più tecnici della copertura:

  • tipo: responsabilità civile, danni materiali, infortuni, …

  • estensione: importo massimo indennizzabile, franchigie,…

  • periodo: annuale, semestrale, …

  • modalità e parametri di conguaglio (se previsto in polizza)

È evidente che non ci sono limiti alla rappresentazione più completa.

L’uso di grafici renderà il tutto più accattivante e tale da invitare all’esame i destinatari visto che i report aziendali spesso non si distinguono per essere oggetto di avide letture soprattutto se vengono sfornati copiosamente. Come diceva infatti il grandissimo Massimo Troisi nel film “Le vie del Signore sono finite”, Pecchè io sono uno a leggere, loro sono milioni a scrivere

Naturalmente le aree di rappresentazione e analisi possono continuare con specifici approfondimenti, per esempio, su

  • Sinistri e reclami:

    • numero totale di sinistri segnalati,

    • dettagli sugli stessi (data, tipo di incidente, responsabilità, soggetti interni ed esterni coinvolti, ...),

    • importo totale dei reclami presentati,

    • stato dei reclami (risolti, in corso, aperti, respinti, …),

  • Premi assicurativi:

    • premio medio per tipo di copertura,

    • variazioni nei premi assicurativi nel tempo,

  • Esposizione al rischio:

    • valutazione del rischio aziendale,

    • analisi delle aree di maggiore rischio,

    • azioni per mitigare il rischio e ridurre le possibilità di sinistri,

  • Valutazione del fornitore assicurativo (compagnia e/o broker):

    • servizio clienti: tempi di risposta, gestione dei reclami, …,

    • feedback degli assicurati sulla qualità dei servizi forniti,

    • eventuali problemi o questioni irrisolte con il fornitore assicurativo,

    • cronologia e sintesi dei contatti e/o degli incontri con compagnia e/o broker…

  • Rischio di frode assicurativa:

    • monitoraggio delle attività sospette o potenzialmente fraudolente,

    • indagini su reclami dubbi o anomalie nei dati,

    • strategie per prevenire e gestire casi di frode assicurativa,

  • Tendenze e analisi:

    • trend dei sinistri e dei reclami,

    • variazioni nei costi assicurativi,

    • analisi comparativa con periodi precedenti o con altre aziende simili (benchmark),

  • Raccomandazioni e piani di azione:

    • azioni correttive per mitigare i rischi identificati,

    • piani per ottimizzare la copertura assicurativa e ridurre i costi,

    • raccomandazioni per migliorare la gestione complessiva delle assicurazioni aziendali,

Insomma, integrando questi dati e voci nei report, si può ottenere una panoramica completa della situazione assicurativa dell’azienda, identificare aree di miglioramento e sviluppare strategie per ottimizzare la gestione del rischio e la copertura assicurativa complessiva. Il tutto, come è ovvio, con un occhio di attenzione al fondamentale aspetto economico-finanziario.

E visto che le aree di analisi “scomponibili” sono numerose, se avrete la pazienza e la cortesia di seguirci, nel prossimo articolo ve ne proporremo ancora alcune altre.

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